Emergenze storico-culturali di Monasterolo del Castello
Chiesa parrocchiale: edificata fra il 16 settembre 1636 e l’8 luglio 1653, la parrocchiale è dedicata al Santissimo Salvatore. Negli anni seguenti la struttura venne ampliata e modificata. Di particolare interesse e suggestione il sagrato, dove è presente una pregevole serie di mosaici raffiguranti la Via Crucis del maestro Trento Longaretti. Molto belle inoltre due opere di Andrea Fantoni: il gruppo ligneo della Beata Vergine Addolorata e la natività del Cristo, un bassorilievo risalente al 1712 situato al centro dell’altare maggiore; quispiccano inoltre gli stupendi intarsi marmorei eseguiti nel 1670 da Bartolomeo Manni.
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L'altare maggiore (B. Manni) |
Armadio della sagrestia (C. Sanz, primi del '700) |
Trasfigurazione di Cristo (D. Carpinoni, 1656) |
A Carlo Sanz di Gorlago, detto il Tedesco, appartengono il pulpito, il confessionale ed un armadio che si trova in sagrestia.
Tutte queste opere sono state realizzate nei primi anni del ‘700.
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Castello di Monasterolo, veduta diurna (Foto Comunità Montana Val Cavallina) |
Fra i dipinti si segnalano una “Trasfigurazione di Cristo” di Domenico Carpinoni, ultimata nel 1656, una “Madonna del Rosario” contornatada 15 Misteri; un “Gruppo di Santi” presumibilmente attribuibile allo Zucco e un “San Giovanni Battista” d’autore ignoto.
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Castello di Monasterolo, esterno notturno (Foto Comunità Montana Val Cavallina) |
Castello di Monasterolo: di origine medievale, il castello è situato all’estremità meridionale del Lago di Endine su una piccola collina morenica.
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Giardino del Castello di Monasterolo |
Le origini dell’edificio sono molto antiche; due documenti, datati 989 e 1022, ne confermano l’esistenza prima dell’anno mille. Nel XII secolo il castello venne distrutto dal Barbarossa; successivamente, attorno al XIII-XIV secolo venne riedificato dalla famiglia ghibellina dei Suardi, proprietaria peraltro anche del castello di Bianzano, fino ad assumere la conformazione attuale che racchiude diversi elementi di interesse, tra cui il giardino. Quest’ultimo, abbozzato nel 1938 dalla contessa Terni de Gregorj Taylor, è stato successivamente curato fino ad assumere la conformazione attuale dalla famiglia Sforza Francia, oggi proprietaria dell’edificio.
Il giardino, dopo l’articolarsi della corte rustica e di quella nobile, si apre con un prato all’inglese, circondato da una siepe modellata secondo canoni tardo-rinascimentali e barocchi. Tutto attorno si estende un giardino paesaggistico che sfuma nella vegetazione autonoma del fondovalle lacustre dove si rinvengono gelsi, noci, ciliegi e un filare di uva americana.
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Veduta autunnale del giardino (Foto G. Rivellini) |
Il giardino presenta più di settecento specie arboree ed erbacee tra cui sono inoltre ammirabili aceri, ciliegi, meli ornamentali, pini, cedri, tassi e latifoglie che nel periodo estivo e in quello autunnale danno luogo a pittoresche colorazioni. Alcune piante qui presenti vengono considerate alla stregua di fossili viventi, in quanto hanno conservato immutata per milioni di anni la loro forma. Da segnalare inoltre l’esistenza di orti e aiuole che forniscono fiori da taglio e, nel cortile, di una collezione di gelsomini in vaso.
Di fronte all’ingresso è situata inoltre una cappella consacrata a Sant’Anna e risalente al 1620.Il castello è visitabile solo dalle persone interessate ad organizzarvi un ricevimento. Per informazioni sugli orari di visita al castello telefonare dalle 14 alle 19 allo 035/4938011 escluso il martedì.